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In occasione della Settimana Europea della Mobilità 2023, Tiziana Campisi, ricercatrice e docente dell’Università degli Studi di Enna “Kore”, presenterà “Il divario di genere nella mobilità italiana ed europea”.
La mobilità urbana non può più essere considerata come un concetto neutro dal punto di vista di genere. Solo recentemente si è diffusa l'idea che le strategie di pianificazione, i processi e i servizi legati alla mobilità debbano tenere in considerazione non solo gli uomini, ma l'intera popolazione.
Le ricerche scientifiche stanno dimostrando sempre più chiaramente come le diverse modalità di spostamento siano influenzate dal nostro genere, mettendo in luce la problematica della gender mobility.
Affinché la mobilità del futuro possa essere considerata sostenibile per tutti, è fondamentale che essa sia inclusiva ed in grado di abbracciare una prospettiva anche femminile.🫶
Sintesi dell’evento
Si è tenuto settimana scorsa l’evento “Il divario di genere nella mobilità italiana ed europea” in cui Tiziana Campisi, ricercatrice e docente dell’Università degli Studi di Enna “Kore”, ha illustrato come la mobilità urbana non possa più essere considerata un concetto neutro dal punto di vista di genere.
Ecco alcuni spunti interessant:
il punto di vista femminile è spesso assente, sia nella pianificazione e progettazione urbana che nella raccolta di dati di mobilità di genere. Alcuni progetti di ricerca europei, come DIAMOND e TInnGO, hanno raccolto ed analizzato dati di genere per identificare le principali azioni necessarie per progredire verso una mobilità inclusiva ed efficiente.
la città più women-friendly in Europa è Vienna, che ha creato il Frauenbüro, un ufficio che si occupa della raccolta delle esigenze della vita quotidiana delle donne per la pianificazione e la costruzione di servizi urbani ai cittadini
la mobilità non è “gender neutral”, in quanto uomini e donne viaggiano in modo diverso a causa delle diverse abitudini ed esigenze giornaliere. Uno studio condotto in Spagna, per esempio, ha evidenziato come per le donne l’ora di punta serale sia spesso anticipata rispetto a quella per gli uomini.
le donne non sono un gruppo omogeneo in quanto hanno anch’esse esigenze molto diverse. Includendo le prospettive femminili sui tavoli di pianificazione, è possibile richiamare l’attenzione sulle diverse esigenze di mobilità per promuovere un sistema più inclusivo per l’intera popolazione.
Un grazie di cuore a Tiziana Campisi per averci presentato la ricerca, a Patrizia Malgieri per aver moderato l’evento ed a tutte le persone che hanno partecipato.