Il senso delle donne per la città

Questo mese ti suggeriamo una lettura sulla prospettiva da cui le donne guardano le nostre città ed i loro spazi, “Il senso delle donne per la città” di Elena Granata.

Elena Granata, professoressa presso il Politecnico di Milano, dove insegna Analisi della Città e del Territorio e Urbanistica, e vicepresidente della Scuola di Economia Civile, nel suo libro racconta come le donne, escluse in passato dall’architettura e dalla pianificazione urbana, si siano dedicate alla scala minuta, granulare, del design dell’abitare e della vita quotidiana, progettando spazi di prossimità e di benessere, e dedicandosi al racconto di persone ed angoli della città.

Attraverso il suo libro, Elena Granata spiega il punto di vista di alcune architette, urbaniste e studiose di città ad un universo maschile che ancora oggi prende parte delle decisioni pubbliche. Lo fa chiamando a raccolta una serie di pensatrici dell’architettura in ambito nazionale ed internazionale, come Jane Jacobs, Lucia Tozzi, Irene Ranaldi, Izaskun Chinchilla, Lina Bo Bardi e molte altre, tutte capaci di un pensiero alternativo e inedito sulla città e sugli spazi. 🏙

Le donne hanno preso parte concretamente alla trasformazione urbana in qualità di tecniche o funzionarie, ma meno hanno contribuito al dibattito intorno al senso e alle strategie per le città.

Le donne, tuttavia, hanno nel tempo osservato da vicino le città, nelle loro pratiche quotidiane, con il distacco che solo chi è escluso dai giochi può avere. Citando il libro Placemaker di Elena Granata, “ogni donna, ogni ragazza sa bene a quanti dettagli bisogna prestare attenzione non appena si esce di casa [...]. Fin da piccole le donne che abitano in città interiorizzano le loro mappe personali, le strade da fare e quelle da non fare, i luoghi e gli orari nei quali si può camminare o andare in bicicletta”.

Le donne, in forme varie e sempre eclettiche, hanno maturato un pensiero pratico sulla città che oggi non possiamo più trascurare, che risulta necessario e cruciale ora che dobbiamo ripensare relazione tra spazi e vita, tra tempi quotidiani e aspettative di benessere, tra natura e città del futuro.

Quindi, risulta indubbio che le donne debbano avere spazio nella progettazione delle città, perchè, sempre citando il libro Placemaker di Elena Granata, “ogni volta che una donna di talento non raggiunge il posto che le spetta, ogni volta che in un convegno intervengono tutti uomini, senza neppure sentire che manca una parola cruciale, ogni volta che a una donna viene preferito un collega in quanto maschio, le viene stroncata una ricerca, una carriera, l’espressione della sua creatività. Non è solo lei a perderci, ma è il mondo intero.”

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