Carmageddon
Questo mese ti suggeriamo una lettura sulla prospettiva di come le auto private possano essere considerati agenti di oppressione sociale, di disuguaglianza internazionale e complici del disastro ambientale, “Carmageddon: how cars make life worse and what to do about it” di Daniel Knowles.
Daniel Knowles, giornalista di The Economist noto per i suoi scritti su politiche urbane, cambiamenti sociali e trasporti, nel suo libro racconta l'ascesa dell'automobile e i costi che ne derivano per la comunità, ripercorrendo la storia e le decisioni politiche che hanno normalizzato l’utilizzo dell’automobile privata e hanno fatto sì che questa si radicasse nelle nostre culture e abitudini quotidiane. 🚗
Attraverso esempi da tutto il mondo di pianificazione auto-centrica, come Houston, con la “Katy Freeway” a 26 corsie e 30 posti auto per ogni residente, e Nairobi, ancora avvolta dallo smog nonostante la bassa percentuale di possessori di auto, l'autore mette a confronto luoghi che abbracciano politiche di trasporto alternative all'auto, come Amsterdam, Copenaghen, Tokyo, Parigi e New York City, che stanno ridefinendo il concetto di mobilità, ponendo la persona al centro ed associando alla parola libertà una forma di trasporto diversa dall’auto.
Parigi, ad esempio, si distingue per la sua massiccia rete di piste ciclabili protette, mentre Tokyo ha ridotto drasticamente le auto private in città grazie a tasse elevate e restrizioni di parcheggio. Oslo mira addirittura a vietare completamente le auto a combustione entro il 2030, promuovendo veicoli elettrici con incentivi. Stoccolma e Copenaghen hanno introdotto pedaggi urbani per ridurre il traffico e migliorare la qualità dell'aria.
Secondo Knowles, la sfida principale non è tanto individuare le politiche ottimali per ridurre l'uso dell'auto - come vediamo ci sono molteplici possibilità, ma piuttosto implementarle con successo in un contesto politico complicato. L’autore si chiede quindi:
❓ Chi trae vantaggio dalla diffusa dipendenza dall'auto oggi, e come si possono indebolire le posizioni di questi beneficiari? Quali coalizioni esistenti potrebbero essere disposte a combattere queste battaglie e quali nuove coalizioni sono invece necessarie? E una volta formate, come potranno ottenere un cambiamento positivo?