Gender Smart Mobility
La Gender Smart Mobility è un approccio che mira a considerare e affrontare in modo adeguato le differenze di genere nella pianificazione e nella gestione dei trasporti del futuro. Si basa sull'idea che uomini e donne possono avere esperienze di mobilità diverse a causa di fattori come l'accessibilità, la sicurezza, l'efficienza e la sostenibilità del sistema di trasporto. Questo approccio cerca di identificare e rimuovere le barriere di genere esistenti per migliorare l'accessibilità e creare ambienti di trasporto equi, sostenibili e inclusivi per l’intera popolazione.
L'obiettivo della Gender Smart Mobility è quindi quello di promuovere l'uguaglianza di genere nel settore dei trasporti, assicurando che le decisioni siano basate su dati accurati e sull'analisi delle diverse esigenze delle persone. Ciò può essere realizzato attraverso l'adozione di politiche e misure che tengano conto dei fattori di genere nelle strategie di mobilità urbana, nella progettazione di infrastrutture, nella promozione dei mezzi di trasporto sostenibili e nella formazione del personale del settore dei trasporti.
Hilda Romer Christensen, Michala Hvidt Breengaard e Lena Levis della Københavns Universitet - University of Copenhagen raccontano nel loro libro “Gender Smart Mobility. Concepts, Methods and Practices” come sia necessario focalizzarsi sugli aspetti sociali durante la pianificazione e progettazione della mobilità sostenibile attuale e futura, affinché essa rispecchi le reali esigenze dell’intera popolazione.
Il concetto di genere nella cultura dell’automobile
L'automobile rappresenta non solo una forma di trasporto, ma anche un simbolo della modernità e della crescita economica del paese. Nel ventesimo secolo, le automobili e la cultura automobilistica sono diventate parte integrante della nostra comprensione del mondo moderno, conferendo una sensazione di modernità a chiunque potesse permettersene una.
Non solo l'industria automobilistica negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia e in Germania, è diventata uno dei motori più importanti della crescita economica nazionale, ma anche il modo in cui le persone usano le automobili è stato fortemente influenzato da costruzioni di genere. In particolare, le automobili sono state spesso associate alla mascolinità e agli uomini, giocando un ruolo formativo nell'immaginario collettivo.
Gli Stati Uniti, definizione indiscussa di "Terra dell'Auto", hanno rappresentato un paradigma per le dinamiche di genere nel settore automobilistico all'inizio del ventesimo secolo. Parallelamente a questo nuovo paradigma, l'immagine dell'ingegnere uomo bianco ha raggiunto l'apice della sua importanza come figura egemonica nell'ambito della tecnologia e dell'innovazione occidentali. Secondo alcuni ricercatori, durante questo processo, si è diffusa l'idea che la femminilità fosse però incompatibile con l'ambito tecnologico.
Prendiamo ad esempio l'azienda automobilistica Ford Motor Company e il sistema di produzione in serie. Fin dall'inizio, si sono osservate precise divisioni di genere nel settore automobilistico, con codici e divisioni di lavoro basate sul genere. Nel 1914, Ford divenne famosa per aver introdotto l'innovativo concetto della giornata da cinque dollari, pensata come salario familiare. Tuttavia, questa opportunità era limitata agli uomini sposati e alle donne single. Purtroppo, l'adozione di un salario familiare da parte di Ford ha rafforzato l'idea che le donne dovessero guadagnare poco o dedicarsi alle attività domestiche.
Nonostante ciò, l’automobile divenne anche un’icona di indipendenza e mobilità per alcune donne della classe media, in particolare negli Stati Uniti, dove la mobilitazione suffragista prese piede in parallelo all’evento dell’automobile. Nel 1916 Nell Richardson e Alice Burke lasciarono New York a bordo della loro Golder Flier dirette a San Francisco nel tentativo di raccogliere sostegno per la causa suffragista. Le donne a bordo di un’auto erano viste come una novità, in un contesto in cui generalmente passavano la maggior parte del loro tempo in casa.
Si tratta tuttavia di qualche isolata eccezione, in quanto le donne sono state in gran parte escluse dalla sfera automobilistica, non solo come conducenti, ma anche come utente nelle fasi di progettazione dei trasporti e delle loro politiche.
Lo scenario attuale, verso la mobilità del futuro
Tra le case automobilistiche di tutto il mondo, l'Europa si considera un attore di primo piano nella corsa globale verso il trasporto automatizzato, con slogan come "Europe take the Lead", sostenuta da enormi investimenti nel settore: 54 miliardi di euro nel solo 2017, che si prevedeva saliranno a 250 miliardi di euro nei prossimi anni. Il settore ha una produzione manifatturiera di quasi 20 milioni di veicoli e un contributo al PIL europeo del 6,8%, con un’occupazione stimata di 13 milioni di persone.
L'Europa sta attualmente lottando per mantenere il suo ruolo di leader nella produzione automobilistica. Come dichiarato dal direttore dell’ERTRAC - European Road Transport Research Advisory Council, l’Europa vede la strada verso la mobilità autonoma come un’opportunità chiave per il mantenimento della leadership nel settore e l’apertura verso un panorama di mobilità innovativo per i cittadini.
Secondo le correnti ottimistiche, la mobilità intelligente porterà enormi guadagni in termini di sicurezza e contribuirà alla riduzione dei costi e del numero di infrastrutture, con un utilizzo più efficiente dei veicoli. Si prevede inoltre che le soluzioni di mobilità intelligente offriranno una scelta molto più ampia ai consumatori grazie alla condivisione e alla mobilità peer-to-peer.
Al contrario, per le correnti pessimistiche riecheggiano le previsioni scettiche dell'era delle auto autonome che prevedono un rafforzamento del sistema automobilistico, con annesso aumento dei rifiuti, dell'inquinamento e del degrado ambientale. Come dimostrato da molti ricercatori, l'attuale corsa allo sviluppo di auto connesse e autonome sembra trascurare le differenze umane, l'uguaglianza sociale e il genere.
Come sostenuto da Caren Levy della UCL (Univeristy College London), le identità sociali degli utilizzatori dei trasporti sono profondamente radicate nelle relazioni sociali e nelle pratiche urbane, che vanno dalla vita quotidiana delle persone alle politiche e alla pianificazione urbana. Questo è ciò che Levy considera “profonda integrazione”, quando i trasporti non verranno più considerati come un ambito isolato ma come un ambito con forti implicazioni su come i cittadini siano in grado di esercitare scelte di viaggio, sia come individui che come parte della collettività.
TINNGO e lo Gender Smart Mobility Indicator a 5 dimensioni
La Gender Smart Mobility rappresenta un approccio multidimensionale essenziale per affrontare in modo completo la sfida della mobilità intelligente. Si collega agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle United Nations, che collegano lo sviluppo delle città con l'uguaglianza di genere e sociale ed includono anche le città e le comunità sostenibili nella crisi climatica attuale.
Per misurare adeguatamente questo concetto, il progetto TInnGO, finanziato da Horizon 2020, ha come obiettivo la promozione della mobilità sostenibile attraverso i suoi programmi e studi locali (TInnGO HUB), che seguono il concetto di Gender Smart Mobility. Questo concetto si riassume in un nuovo e composito indicatore che abbraccia diverse dimensioni:
Inclusività dei Trasporti: i sistemi di trasporto intelligenti devono essere progettati e gestiti in modo inclusivo, considerando una varietà di gruppi demografici come uomini, donne, individui di sesso neutro, anziani, giovani, bambini e diverse etnie. Questo approccio richiede inclusione attiva in tutte le fasi del processo, dalla concezione delle idee alla realizzazione dei prodotti finali. Ciò implica l'integrazione di aspetti tecnici e non tecnici.
Trasporti Accessibili: gli investimenti pubblici e pubblico-privati dovrebbero privilegiare la creazione di sistemi di trasporto pubblico solidi e accessibili per tutti, evitando di concentrarsi esclusivamente su veicoli di lusso destinati a una minoranza. È cruciale tenere conto delle disuguaglianze retributive di genere e garantire che le risorse siano distribuite equamente.
Efficienza dei Trasporti: la Smart Mobility dovrebbe garantire l'accesso a tutti, inclusi i ciclisti e i pedoni. Gli attori del mercato dovrebbero essere incentivati a sviluppare opzioni di trasporto pubblico intelligenti ed efficienti, anziché concentrarsi su veicoli autonomi per l'uso individuale.
Attrattività dei Trasporti: la pianificazione urbana dovrebbe mirare a creare spazi sicuri, accessibili e vivibili in tutte le aree delle città. Dovrebbero essere promosse soluzioni innovative per il carpooling e varie modalità di trasporto non motorizzato per soddisfare le esigenze di una popolazione diversificata.
Sostenibilità dei Trasporti: la promozione di modalità di trasporto non motorizzato, come la bicicletta elettrica e altre forme sostenibili di mobilità, dovrebbe essere integrata nelle strategie di Smart Mobility. Dovrebbero essere intraprese azioni per incentivare e istruire diversi gruppi di cittadini a preferire opzioni di trasporto non motorizzato per gli spostamenti brevi, contribuendo così a ridurre l'impatto ambientale.
Questo approccio multidimensionale si traduce in un indicatore olistico che permette ai pianificatori di andare oltre le considerazioni tradizionali legate solo allo sviluppo economico e tecnologico nella Smart Mobility. La Gender Smart Mobility unisce in modo visionario l'innovazione e lo sviluppo intelligente con la promozione dell'equità di genere e della diversità.
Inoltre, questo approccio consente una valutazione più completa e differenziata della mobilità, considerando fattori come la posizione geografica, l'etnia, l'orientamento sessuale e altri elementi identitari. Al contempo, la Gender Smart Mobility arricchisce l'analisi critica delle politiche legate al trasporto intelligente, contribuendo a creare soluzioni più inclusive, sostenibili e orientate all'equità, superando le barriere di genere, età, disabilità e classe sociale.